Iniziare il nuovo anno come fosse un nuovo viaggio

L’arrivo del Nuovo Anno è un momento della vita che può essere carico di sensazioni differenti e uniche per via del fatto che ogni anno trascorso non è mai uguale al precedente, ma di contro sono sempre uguali le cose spiacevoli e ingiuste che ci diciamo se non abbiamo soddisfatto le aspettative che avevamo quando è cominciato, per questo continua a leggere se vuoi iniziare l’anno col piede giusto come me.

Odiare i cambiamenti

Questo è ancora più vero per chi fa di tutto per evitare il cambiamento di qualsiasi natura:

  • temendo lo scorrere del tempo,
  • percorrendo sempre le stesse “strade” perché note,
  • facendo sempre tutto allo stesso modo,
  • vedendo sempre le stesse persone,
  • vivendo una esistenza piatta e apparentemente sicura.

La ricerca di una falsa sicurezza il cui effetto è di sentirsi fondamentalmente tristi e avere come compagne costanti ansia e paura, oltre a causare resistenza al flusso della vita (ma così anche al suo potenziale vitale) ha un effetto “nocebo” che a quel punto diventa un circolo vizioso di profezie auto avveranti!

Difendersi

Lo so sembrerà strano leggerlo, se mi conosci solo come Esploratrice di nuove rotte, ma ti assicuro che prima del 2001 era proprio così che mi difendevo dalla vita anche io:

  • giocando d’anticipo su qualsiasi possibile cambiamento anche minimo e insignificante;
  • vivendo qualsiasi cosa a me sconosciuta con ansia e angoscia tranne però poi di contro, manifestare questo disequilibrio rincorrendo forti stimoli come  l’abuso di alcool occasionale, il costante sfogo emotivo nel cibo o cercando la felicità fasulla leggendo libri dove potevo vivere scoperte grandiose, ma per finta;
  • evitando esperienze nuove, ad esempio viaggiando poco;
  • mantenendo le relazioni di amicizia a livello superficiale perché fondamentalmente, non avendo molta autostima, faticavo a fidarmi di chiunque anche se poi apparentemente ero molto gioviale!

Perché è così che succede quando ci neghiamo la magia dell’imprevisto, la scoperta dell’inaspettato e l’esplorazione delle nostre infinite capacità, incluse quelle di adattamento, finiamo per ignorare chi siamo veramente o potremmo essere dando voce solo a chi pensiamo o ci hanno detto di dover essere.

Tutto questo per parlare di quanto, invece, c’è di bello nell’andare incontro al nuovo senza paure o ansie ingiustificate, solo con la curiosità e la voglia di conoscenza e consapevolezza nel voler scoprire giorno dopo giorno cosa c’è che ancora che può essere conosciuto da noi.

Iniziare col piede giusto

Come fare a mantenere questa attenzione? Come fare a mantenere questa intenzione? Ovviamente non c’è una risposta univoca, perché per ognuno di noi può utilizzare un mix di atteggiamenti e strumenti differenti.

Solo una cosa è certamente condivisibile da tutti e cioè che oggi, grazie al benessere che viviamo in questa parte del mondo, ci possiamo permettere il lusso di rifletterci, anziché pensare solo a sopravvivere e allora perché sprecare quest’ opportunità?

Per questo il primo post dell’anno, riguarda di ciò che può aiutere a rimanere in contatto con la propria essenza, la libertà e il potere che da questo ne deriva, e poter proseguire così alla scoperta e alla piena espressione del proprio Sé.

Centro di gravità permanente

Quel centro che si contatta grazie alle pratiche di consapevolezza e che permette di:

  • disidentificarsi dalle proprie “parti” bambine, condizionate e impaurite, che poi sono quelle che temono il dolore, la sofferenza e il non essere viste e amate per quello che sono;
  • disidentificarsi da quelle parti giudicanti, ipercritiche come il “super Io” che con le sue regole e cose giuste da fare nel tentativo di proteggerci, ancora oggi che non siamo più bambini, non fa altro che ingabbiarci negli stessi automatici meccanismi di difesa;
  • identificarci con la nostra parte adulta, capace di essere presenti a se stessi e rispettosi, pazienti e amorevoli con tutto ciò che fa più fatica, rallenta e magari ha bisogno di più tempo per fare un nuovo passo in avanti nel cambiamento.

Le pratiche di consapevolezza

  1. la pratica del silenzio e della meditazione;
  2. la pratica yoga, non solo intesa come asana sul tappetino, ma anche fuori dal tappetino con la continua ricerca di essere aderente alle indicazioni di yama e nyama, della conoscenza e della purificazione;
  3. l’attenzione al respiro e la pratica del pranayama;
  4. la scrittura di qualsiasi natura:
    scrivere il diario di bordo, il diario alimentare, quello delle affermazioni
    la scrittura fluente;
    gli stessi articoli di un blog o per la formazione di qualsiasi natura,
    che sono comunque esercizi di espressività e trasformazione del pensiero in azione; di elaborazione dell’immaginifico e quando va bene anche del sentito a livello corporeo fisico, emotivo/mentale, energetico (come insegna il Focusing) in consapevolezza;
  5. Il lavoro corporeo non agonistico, dal cammino normale o in modalità “meditazione”, alla Biodanza, Qi Gong, Tai Chi o quant’altro; ho creato il PDF “Torta” della vita e sagome corporee, così potrai fare il punto in questo inizio anno, non solo rispetto i nuovi obiettivi nelle diverse aree della vita, ma anche rispetto a come stai fisicamente, tra la sagoma della donna e quella dell’ uomo io ho scelto la sagoma dell’omino di panpepato 🙂
  6. Come mi ha ricordato mia cugina Francesca, lavorare ai ferri, ricamare e dedicarsi alle attività dette “ricreative” sono tutti buonissimi modi per ricentrare l’attenzione in sé stimolando la creatività.

Ho scritto di journaling anche in questo post, se ti interessa l’argomento.

Per concludere, una novità di quest’anno che mi riguarda è che proverò ad utilizzare il bullet journal, bujo per gli amici.

Credo possa essere uno strumento molto utile da integrare alla funzione dell’agenda classica perché si può “costruire” su misura per se e integrare al meglio la vita creativa con quella più strutturata e scandita dal lavoro.

Se vuoi saperne di più qui il link del fondatore, Ryder Carroll, e qui quello di Chiara Manfrinato che è una buona via di mezzo se non vuoi applicare il metodo classico.

L’infografica di questo Post è QUI, se vuoi vederla su Pinterest!

 

 

 

 

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Sono Trainer del Metodo Focusing e nella mia vita precedente, infermiera. Oggi mi prendo cura delle persone insegnando l’ascolto e l’accettazione incondizionata di sé perché pensare di sapere cos’è meglio per stare bene, non è sufficiente a cambiare. Stare incondizionatamente con quello che c’è è indispensabile per avviare un cambiamento reale che parte dall’autenticità. Conosciamoci meglio

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