Oggi voglio parlarti del “fare spazio”, come sai è il modo che Gendlin predilige per prepararsi al Processo di Focusing. Questo esercizio permette di creare lo “spazio” interiore idoneo a ripulire la mente e a fare una sorta di check list degli argomenti, delle situazioni e dei pensieri, che ingombrano proprio quello spazio che ci occorre liberare. In questo modo, l’Osservatore/Ascoltatore empatico, può entrare in azione e prendersi cura di un aspetto alla volta, e nel qui ed ora, tra tutti, quello che “grida” più forte e che ha più bisogno di essere ascoltato.
Creare uno spazio di questo tipo in te, vuol dire entrare in una dimensione di chiarezza, calma, equanimità, di accettazione ed amore incondizionato, dal quale puoi lavorare con il Focusing ed è esso stesso parte integrante del Processo di Focusing. Non è uno spazio che si raggiunge d’emblée, ma gradualmente, processo dopo processo, ed è un’esperienza che, ti assicuro, ti cambierà la vita per come influenzerà la tua relazione con te stessa e con il mondo che ti circonda.
Il parallelismo che oggi faccio è quello con il Decluttering, che è la modalità di creare spazio all’esterno di te, nell’ambiente in cui vivi, la tua casa, che influenza fortemente anche quello interno. Come? Bè, prima di tutto a causa della vita frenetica che probabilmente hai anche tu, che rende questo aspetto un ulteriore fonte di stress, pulire, riordinare, sistemare, gestire tutto ciò che comporta a livello pratico e organizzativo.
Non so tu, ma io prima di scoprire il Decluttering, più che abitare la mia casa, sopravvivevo alla mia casa! Non avevo il tempo di sistemare quell’angolino per la mia pratica yoga, o modificare la funzionalità della dispensa, per non parlare della stanza degli orrori, che non è altro che uno stanzino dove ho messo l’asciugatrice (che te lo dico a fa, la migliore invenzione dopo la lavatrice) dove vanno a finire tutte le cose che: “ma forse mi può servire ancora”, o “non so dove metterlo anche se quando l’ho comprato pensavo di utilizzarlo”, per non parlare del “non vorrai mica buttare questo jeans, metti che dimagrisco?” e così via, che a volte era così pieno da fare fatica a girarci dentro!
Anche il Decluttering, come l’esercizio del fare spazio di Gendlin, è una pratica che non riesce subito al meglio, nonostante il bellissimo e radicalissimo libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino, che adoro e che comunque mi ha trasmesso il concetto che anche le “cose” hanno un’anima, ci sono voluti mesi e ancora non ho raggiunto il Nirvana del minimalismo che vorrei raggiungere ☺
L’approccio che mi ha aiutato di più, perché l’idea di buttare tutto mi creava qualche piccola ansia e giusto un po’ di terrore, è stato credere che in realtà quello che voglio è scegliere con che cose vivere gli spazi della mia casa e della mia vita. Quali oggetti mi corrispondono di più e quali non più; quali rispondono ai miei desideri e quali no. Lo scopo non è quello di eliminare, ma di creare spazio attorno e dentro di me, permettendomi di vivere la casa come un luogo in cui vivere desideri e aspetti delle cose a cui tengo. Gli spazi pieni di oggetti, sono sottrattori di energia dato che bloccano la fluidità della stessa e sottraggono anche la mia di energia, dato che la gestione, la cura e il mantenimento degli stessi, sottrae tempo a me.
L’altra fonte sul decluttering è stato un corso di Giada Carta, la mia personal coach preferita, che ha reso ancora più concretizzabile il tutto e che io ho completato proprio con il Focusing. Con il Focusing? In che senso, scusa? Come fa una pratica per il benessere emotivo e completo della persona ad aiutare a “mettere a posto” la propria casa o il proprio ufficio? Te lo ripeterò fino allo sfinimento, ma io il Focusing lo pratico per qualsiasi cosa nella mia vita e mi è venuto spontaneo fare un processo di Focusing, su come voglio sentirmi in quella stanza specifica e su cosa lo impedisce o la “ingombra”, sbloccando condizionamenti ormai obsoleti, ma presenti anche nella gestione del quotidiano.
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