Grazie è indubbiamente la parola che più ho detto durante la mia infanzia per manifestare la mia gratitudine. Grazie a tutto quello che mia madre ha fatto per me : “Vale tieni i vestiti puliti…” – “Grazie mà” e tutto ciò che ho ricevuto da parenti, amici, insegnanti.
Una parola in risposta a richieste, favori, gentilezze (ero indubbiamente una brava bambina! ) Non voglio dire che crescendo sia diminuita la capacità di dire grazie, forse il numero di volte o le persone a cui lo dico, ma è cambiato il sentimento della gratitudine.
Se la sola preghiera che dirai mai nella tua intera vita è grazie, quella sarà sufficiente (Meister Eckhart)
La mia capacità di essere grata è cambiata sicuramente anche da quando ho intrapreso il mio nuovo “viaggio” e ho la netta sensazione che ora essa sia inversamente proporzionale alla mia paura di vivere, perciò più sono grata e meno ho paura della vita!
Cosa cambia coltivando la gratitudine
Comincio con il dire che la gratitudine è un sentimento positivo e altamente potenziante, che influenza il nostro stato d’animo, ci spinge ad offrire qualcosa in cambio, per aver ricevuto, e diffonde benessere in noi e negli altri.
- Essere grati sposta l’attenzione su cosa c’è di positivo anziché su cosa c’è di negativo e si sa un mind-set positivo stimola la fiducia e rafforza le risorse piuttosto che i limiti, riducendo ansia e aggressività.
- Essere grati diminuisce la voce del “critico interno”, quello che con le sue regole, doveri e separazioni tra giusto e sbagliato e la visione dualistica, rafforza il piccolo io (l’ego) e la sua visione parziale delle cose e delle situazioni.
- Mentre invece essere grati rafforza la parte adulta quella che è più grande dei bisogni, degli attaccamenti e delle repulsioni nutrendo così, la parte libera e creativa.
- Essere grati diminuisce la paura, perché aumenta la capacità di stare nel qui ed ora e perciò nel presente, mentre la paura ci fa stare nel passato o nel futuro.
Il ringraziamento è la vibrazione più pura che oggi esista sul pianeta (Abraham-Hicks)
Coltivare la gratitudine
Credo che come qualsiasi altro comportamento anche la gratitudine si possa coltivare con la volontà, inoltre “provare gratitudine e non esprimerla è come incartare un regalo e non darlo” (William Arthur Ward).
- Ricordo ancora il periodo in cui scrissi un Biglietto Evocativo con la frase “Oggi sono grata per/di….” e lo appesi allo specchio del bagno, ebbe davvero un grande effetto sulla mia capacità di essere grata.
Più passavano i giorni più l’attenzione si spostava su cosa avevo ricevuto e anche la capacità di osservare cambiava di conseguenza.
QUI puoi scaricare cos’è un biglietto evocativo. - Un modo per rimanere focalizzati è il Vaso della gioia, un vaso di vetro dove riporre bigliettini scritti ogni giorno con almeno una cosa di cui essere grati per andare poi a rileggerli nei momenti tristi in cui hai bisogno di conforto (invece di aprire il frigo, eheh). Una volta raccolti, alla fine dell’anno faccio un piccolo rituale di passaggio: dopo aver creato l’atmosfera giusta con un incenso e rimanendo nella penombra con solo la luce del fuoco acceso, li rileggo tutti e poi li brucio nel camino. Adesso ho introdotto questa pratica alla fine della giornata, quando scrivo il mio diario, se ne vuoi un esempio puoi scaricare il Diario di Bordo che regalo con l’iscrizione alla newsletter.
Nel Diario c’è anche una parte dedicata a cosa ti rende fiera della giornata trascorsa, perché anche darti valore è un modo di coltivare la gratitudine, oltre che aumentare l’autostima. - E’ coltivare l’osservazione dei tanti miracoli che accadono ogni giorno sotto i tuoi occhi e in questo Madre Natura è di grande ispirazione, un fiore che sboccia nel cemento, un ragno che tesse la sua ragnatela, il tramonto e (per me un po più raramente) l’alba!
Collegandomi al concetto del vivere nel presente, nel qui ed ora, quello che si può fare è fermarsi e osservare cosa stai percependo mentre sei impegnata a svolgere le tue mansioni: che odore c’è? che rumore c’è in sottofondo? com’è il tuo respiro? come percepisci i vestiti sulla pelle? e il pavimento sotto i piedi? insomma che stimoli ricevi. - Infine circondarti di persone positive rafforza la naturale tendenza alla felicità, ricordatelo!
La felicità è come la verità: non si ha, ci si è. Per questo nessuno che sia felice può sapere di esserlo. Per vedere la felicità ne dovrebbe uscire. L’unico rapporto tra coscienza e felicità è la gratitudine (Theodor Adorno)
L’argomento della gratitudine è davvero molto bello e sicuramente ne scriverò ancora e per dimostrarti la mia gratitudine ti invito a scaricare il regalo di questo post: il planning mensile universale e la check list della valigia se ancora non sei partita per le vacanze!
Buona Vita
Grazie! Bellissimi articolo! Ed è proprio gratitudine attira gratitudine ?
Eliana
…mi ha tagliato la parola vero….
È proprio vero gratitudine attira gratitudine… ? se non si fosse capito ?
È proprio così Eliana, hai notato che quando sei in macchina e cedi il passo ad un altro automobilista che si deve immettere, proseguendo sulla via poi lui fa lo stesso con un altro automobilista più avanti? 😉
Questo post mi ha trasmesso tanta serenità! E mi faceva riflettere anche sul modo in cui si dice “grazie”…adesso, quando pronuncio questa parola sono più consapevole del suo potere positivo.
Ti ringrazio anche per avermi fatto conoscere il Biglietto Evocativo e per aver condiviso il rituale del Vaso della Gioia: piccoli gesti che fanno la differenza.
Grazie 🙂
Grazie a te dell’apprezzamento,Anna.Sono le piccole cose utili, a mantenere il focus su come stiamo nel quotidiano vero?
Ma grazie a te Anna!