bambina indicata da tanti indici

Molto spesso dietro le difficoltà nel promuovere il cambiamento desiderato (cambiare lavoro, un nuovo progetto, una nuova relazione) o nel cambiamento non voluto (un lutto, una malattia, una perdita di qualsiasi tipo o una separazione), ci sono emozioni non riconosciute e/o spesso represse.

La più frequente e comune è quella della Paura, ho trattato questa emozione nei post, Se la paura fa novanta… e anche in paura, tristezza e…

Ora sono qui a condividere un articolo sotto forma di lettera che ho scritto alla “paura del giudizio degli altri” che per professione ed esperienza è una delle più diffuse, perciò fai una pausa, prenditi qualcosa da bere e mettiti comoda prima di fermarti per leggere questo articolo/lettera.

Cara paura

è tanto che ci frequentiamo ormai, per questo ho deciso che ti scriverò una lettera per ogni forma di te che ho incontrato ed incontro sulla mia strada!
Lo scopo per cui lo faccio non è solo quello di conoscerti meglio e sentire le ragioni per cui esisti, ma anche per passare dallo stato di sopravvivenza in cui mi sento quando mi condizioni, al vivere senza subire i limiti che inevitabilmente imponi ?

Quella del giudizio degli altri è una paura che ho da sempre, da quando ero un “cucciolo d’uomo” bisognoso dei suoi genitori per poter sopravvivere nel mondo.

Appartenere ad una famiglia, essere riconosciuta non solo come un suo membro ma anche come una persona alla “pari” …credo che un tempo senza di te non sarei sopravvissuta nella giungla o nelle guerre tra clan. Questo lo capisco, ma oggi, nel 2021 non sono sicura che tu serva ancora a questo scopo.

Giudicare

Poi penso alla parola giudizio e al significato del termine “giudicare”, “judicare” che significa “esprimere un parere, dare un’ opinione”.
Ma se ci rifletto un momento, questo termine non ha un significato proprio univoco perché ognuno di noi ha una propria visione delle cose ed è proprio in base a quella che di solito poi avanziamo opinioni sugli altri e sulle cose.
E poi quando giudico, mi succede anche di mettere a confronto persone e cose e una certa tendenza al competere e al fare paragoni… lo so che arriva da lontano e che questo paragonarmi può anche nascondere la voglia di migliorarmi, purtroppo però, non credo che solo pensandolo sia sufficiente a farlo.

No…credo, piuttosto, che questo sia un modo per nascondere le mie insicurezze…che in realtà così diventano più forti.

Nel corpo

Quando mi ascolto e ho quel fastidio alla bocca dello stomaco con quel senso di ansia mista a tensione che chiamo “senso di inadeguatezza”, sento il mal di pancia collegato al “non mi sento capace” oppure un peso nel cuore perché “non mi sento degna”.
Mi domando, “degna di chi, di cosa”? Posso davvero credere che l’amore dell’altro devo “guadagnarmelo” in qualche modo?

Purtroppo una parte di me lo crede e ne riparleremo nella lettera alla paura di amare.

Nella mente

Così mi chiedo, come passo successivo, cosa accadrebbe se si realizzasse la mia paura?
Qual è il bisogno che verrebbe disatteso…cosa si nasconde sotto… forse quella parte ha bisogno di sentirsi accettata, amata?
Ma sono davvero sicura che questo bisogno si possa soddisfare adeguandomi alle richieste o credenze altrui?
Qui trovi altri articoli come Detossina la mente e Silenziare la mente.

Cara paura, non so se questa consapevolezza basterà a non farmi condizionare più da te.
A disattivare quella parte che si illude di proteggermi evitando ciò che scatena la paura, anche se questo non è sempre possibile.

Poi, come scrivevo all’inizio di questa lettera c’è anche quella parte di me che non vuole più sentirsi vittima della situazione.
Per questo credo che accogliere le mie emozioni, sarebbe il primo passo per liberarmi dal senso d’inadeguatezza e insicurezza scatenato da te in certe situazioni.
Provare a rilassarmi e a pensare: “ma sono proprio sicura di essere davvero e sempre nei pensieri altrui”?
Sono sicura di essere giudicata da qualcuno che magari sta pensando ad altro? Può essere che io proietti me stessa e quello che succede nella mia mente in quella dell’ “altro”?

Ognuno vede nel mondo ciò che porta nel suo cuore” Goethe

Come allentare la tua “presa”

È possibile ricordando che:

  • il giudizio che si esprime o si riceve, riguarda o dovrebbe, un comportamento e non la persona di per sé.
    Quel comportamento, da solo, non mi identifica come persona, in questo modo evito di “metterla sul personale”, per l’appunto.
    Diventa importante capire se la critica che ricevo può essere ritenuta costruttiva e utile a migliorare il mio comportamento, ma se così non fosse, meglio lasciarla andare così come l’illusione del perfezionismo e non solo ad accettare di essere “imperfetta”,
    ma di avere il diritto di esserlo, perché solo così posso cambiare e crescere.
  • Essere tollerante, auto-empatica e grata per quello che ho e per quello che sono, mi aiuterà a superare la bassa autostima e l’insicurezza. Così come ricordare di aver affrontato in passato altre cose percepite come difficili e che affrontarle mi ha reso più forte e sicura, anche se oggi tendo a darle per scontate perché superate!
    E per quelle che invece mi hanno resa più insicura?
    Posso pensare al fatto che la vita è fatta anche di insuccessi, ma posso scegliere io se viverli come feedback dai quali trarre nuove consapevolezze, oppure ritenerle fallimenti e per questo senza scopo. Di addii e nuovi inizi è un altro articolo in cui affronto in generale la paura del cambiamento.
  • Accettare i miei difetti e ridimensionare l’importanza che gli do: non sono i miei difetti a dire cosa posso fare o chi posso essere. Ritrovare Il piacere nell’azione.
  • Chiedermi “cosa voglio davvero fare: sto seguendo quello che voglio veramente? Se non è così “come posso cambiare rotta e allontanarmi da ciò che non mi rispecchia più e andare verso ciò che voglio?”

Cara paura, sarà questo che mi permetterà di seguire la mia parte più autentica, anziché quella che ti subisce, migliorare la mia autostima ed essere in grado di mettermi in discussione, quindi credo così, di poter agire nonostante te!

Se anche tu vuoi imparare a dialogare con le “parti” di te condizionate dalla paura, il Corso di Focusing è quello che fa per te, vieni a leggere cosa faremmo insieme.

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Valentina

Sono Trainer del Metodo Focusing e nella mia vita precedente, infermiera. Oggi mi prendo cura delle persone insegnando l’ascolto e l’accettazione incondizionata di sé perché pensare di sapere cos’è meglio per stare bene, non è sufficiente a cambiare. Stare incondizionatamente con quello che c’è è indispensabile per avviare un cambiamento reale che parte dall’autenticità. Conosciamoci meglio

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