Praticare al mattino è utile perché agisce sul nostro sistema nervoso vegetativo quello che non è sotto il controllo volontario, ma involontario e che innerva tutti gli organi; regola l’aumento e la diminuzione di parametri come la frequenza cardiaca, gli atti respiratori; permette la peristalsi intestinale ecc. ecc.
Prevenire è meglio che curare
Agire volontariamente sul sistema neurovegetativo, riequilibrandolo e rendendolo meno influenzabile da fattori ambientali “esterni” è qualcosa che l’essere umano pratica da millenni con discipline varie.
I fattori “esterni” incidono su pensieri, emozioni e/o sensazioni creando disequilibrio, allenare questo sistema in tempo di pace, vuol dire essere pronti in tempo di guerra, o almeno un pò meno influenzabili.
Può fare la differenza tra una giornata in balia del vento di maestrale e una invece con il timone della propria vita tra le mani, vuol dire essere in grado di farsi strada grazie al vento e non contro di esso.
Quando il “sapere” non vuol dire saper fare
Quando ho iniziato a praticare yoga nel 2001 con la mia prima insegnante Lucia Volta, ad un certo punto capii che l’ideale sarebbe stato praticare la sequenza preparata insieme al mattino, prima di iniziare la giornata:
• Per garantirmi una pratica quotidiana e non dare la precedenza ad “altro” come di solito accadeva;
• per usufruire dei suoi effetti a distanza durante la giornata e la Dea sapeva se ne avevo bisogno col lavoro che facevo, eheh!
Ma per quanto credessi fosse giusto, non ce la facevo proprio a svegliarmi un’ora prima e anche se avrei potuto abituarmi a farlo in realtà quello che mi frenava era proprio il “rallentare” appena sveglia, portare l’attenzione all’interno anziché al mondo esterno che mi aspettava.
L’idea di lasciare l’ energia che sentivo appena sveglia e che mi predisponeva all’esterno, al lavoro in corsia, per eseguire invece le sequenze di àsana, rallentare il respiro, coordinarlo ai movimenti e ascoltare le sensazioni rimanendo in ascolto, non era una cosa che sentivo adatta a me.
Purtroppo quella energia era in realtà un fuoco di paglia dovuto al cortisolo prodotto per lo stress, ma questa è un’altra storia.
Si cambia per gradi
Ma occorre anche una strategia per farlo.
Nel libro di S.J.Scott Un’abitudine sopra l’altra e negli altri testi dedicati alle abitudini, ho compreso che a volte non riusciamo a cambiare un’abitudine o ad inserirla nella routine, perché le abitudini sono come costellazioni di azioni collegate da fili invisibili che occorre riconoscere per poter apportare delle modifiche alla costellazione stessa:
- ad esempio per andare a camminare tutti i giorni, preparare l’abbigliamento la sera prima e metterlo sulla sedia in camera da letto, per vestirsi ed uscire senza fare altro prima, può essere una strategia per riuscire a fare qualcosa che diventa una nuova abitudine.
- cambiare le abitudini alimentari può essere possibile imparando a fare la colazione (anche se sei gruppo “0” e non hai fame al mattino, eheh) perché, se fatta con alimenti sani come consiglia lei, ti permette di non arrivare all’ ora di pranzo con una fame esagerata che ti fa mangiare la solita bistecchina con l’ insalata (magari in busta), ma avere il tempo di cucinare qualcosa di sano e buono.
Tutto questo permetterà di diminuire l’assunzione di proteine animali e magari imparare a predisporre anche una parte della cena per stare meno davanti ai fornelli. Tutto partendo dalla colazione perfetta!
Miracle Morning
Se hai letto il libro di Hal Elrod conosci già questa pratica del mattino che è diventato un vero e proprio fenomeno globale che ha aiutato tantissime persone a realizzare il benessere sia finanziario che relazionale.
Io l’ho letto l’estate scorsa, ma l’ho lasciato sulla mensola dei “Manuali” i libri da tenere a portata di mano ed essere riletti periodicamente, eheh.
L’ho trovato molto stimolante sia a livello motivazionale per alzarmi prima, sia per il fatto che avendo sperimentato diverse pratiche efficaci su di me, oltre lo yoga, stavo cercando il modo di raggrupparle e praticarle regolarmente tutte ed è quello che lui ha fatto!
Nella versione di Hal la sveglia al mattino è di almeno un’ora prima e riassume le pratiche con l’acronimo : Life S.A.V.E.R.S. dove, in breve:
- S sta per Silenzio/ meditazione (5 minuti)
- A sta per Affermazioni / ispirazione (5 minuti)
- V sta per Visualizzazione (5 minuti)
- E sta per Esercizio / attività fisica (20 minuti)
- R sta per Ricerca / lettura (20 minuti)
- S sta per Scrittura /diario (5 minuti)
Ho messo un esempio di come si possono distribuire nel tempo, ma è solo una delle tante possibilità.
La mia Ora Sacra
Chi mi segue da un pò ha già sentito parlare di questo tempo/spazio nei miei Appunti di Viaggio, le newsletter in cui descrivevo le cose più personali come abitudini e conoscenze di tipo naturopatico che utilizzo per me.
Da febbraio è diventata la mia Mezz’ora Sacra, eheh, mi sono resa conto che dividere in due l’ora mi garantiva sia la pratica quotidiana che la necessaria varietà di esercizi per non annoiarmi nel fare sempre le stesse cose (ebbene sì sono una multipotenziale).
Dopo la bomba esplosa con il Coronavirus ho assolutamente verificato l’ efficacia di questa modalità.
Ecco le pratiche e il tempo :
OS#1 Ora Sacra 1 Lunedì-Mercoledì-Venerdì:
- Affermazioni (di frasi ispirazionali o esercizi di auto-affermazione) o Ave Maria in latino, 5 minuti;
- Pranayama (tecniche di respiro di vario tipo), 5 minuti;
- Cammino, 20 minuti o Decluttering 20 minuti.
OS#2 Ora Sacra 2 Martedì-Giovedì-Sabato:
- Esercizio e audio IO SONO e/o il Radicamento con i 5 Spazi, 10 minuti;
- Yoga 15 minuti;
- Meditazione, 5 minuti.
Creare la nuova abitudine
Queste sono le tempistiche minime, può accadere che prolunghi il tempo di una delle 3 pratiche arrivando così a 45 minuti, ma il minimo della pratica quotidiana è di 30 minuti escludendo il tempo di compilazione del Diario di Bordo che compio tutti i giorni mattino e sera.
Compilare il Diario mi aiuta a rimanere focalizzata sugli obiettivi e sulla pratica della gratitudine quotidianamente se non compilo il diario di bordo scrivo il mio Bujo (Bullet Journal).
Quello che non sai è che non ho cominciato subito con 30 minuti, ma con 9 minuti, sì hai letto bene, anzichè 5 minuti di Ave Maria erano 3 minuti, così come 3 di meditazione o Pranayama, Camminavo 10 minuti e facevo solo un’asana di yoga, 3minuti e così per qualche settimana.
Tutto perché più che fare era importante abituarmi a fare, era meno importante cosa e quanto, ma semplicemente riuscire a fare qualcosa tutti i giorni!
Inutile dirti quanto questa pratica mi abbia sostenuta in questi giorni difficili in cui rimanere connessi al proprio Centro è fondamentale per non farsi travolgere dalla tempesta di turno.
Buona Vita
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