Prendersi cura di sé: pratiche, strategie ed ostacoli è il titolo di una serie di articoli del blog dedicati all’argomento del perché prendersi cura di sé, dei modi per farlo e dei maggiori ostacoli a farlo, ispirati dalle dirette tenute nella comunità di Facebook Focusing e Dintorni.
Prendersi cura di sé, cosa significa?
Ogni volta che chiedo ad un cliente “cosa intendi quando dici “voglio prendermi cura di me”?” la risposta è sempre, ma sempre, differente per ciascuno.
Ognuno di noi, infatti, ha un’idea diversa di cosa significa prendersi cura di sé:
- c’è chi si focalizza principalmente sull’aspetto fisico
- chi sulla salute in senso stretto
- chi sugli aspetti emotivo-relazionali
- altri ancora sull’aspetto energetico e spirituale
- chi sulla ricerca di significato della propria vita, come la mia negli ultimi 10 anni, ma concordo anche con questa citazione di Freud:
Il momento in cui ci si chiede il significato della vita, si è malati.
Sigmund FreudPerché forse non stiamo vivendo pienamente la nostra vita, un po’ come dire che se non ci stressassimo così tanto non avremmo bisogno di vacanze per riposarci!
Perché prendersi cura di sé
Potremmo scomodare filosofia e spiritualità, e invece il tutto si riassume in una espressione che ho sentito la prima volta dalla voce di mio fratello a quel tempo, liceale
Memento mori
Tradotto: “Ricordati che devi morire”.
Leggenda vuole che quando i generali tornavano vincitori da una battaglia e sfilavano per le strade, un loro servitore sussurrasse questa frase, più volte, affinché gli stessi rimanessero umili e concentrati.
Lo so è come una doccia fredda, ma è la verità e personalmente lo trovo anche un motivo più che sufficiente per non trascurare la propria vita e felicità XD
Cosa ci condiziona nella cura di sé
Ma perché prenderci cura di noi è così difficile e quali sono gli aspetti che ci condizionano ma ci portano anche a farlo. Vediamone alcuni:
- il tempo dato che siamo, consapevoli o no, condizionati dalle fasi della vita legate all’età
- lo stato di salute, contingente o futuro
- la situazione familiare sia quella di origine che attuale e i ruoli, che ricopriamo in quest’ambito: essere genitori, sorelle o fratelli, partner di vita, figli, nipoti, zii o cugini di qualcun’altro, ecc. ecc.
- le situazioni lavorative, anche qui il ruolo che si riveste ha il suo peso: come dipendente, subalterno oppure dirigente, responsabile di…, professionista autonomo, collega, collaboratore o purtroppo a volte disoccupato.
Per concludere questa breve panoramica di fattori e aspetti che ci condizionano nel prenderci cura di noi, vediamo più da vicino proprio questo “IO”, soggetto e oggetto della nostra cura!
Qui invece I 5 ostacoli al Cambiamento
Benvenuti nel vostro condominio
Il nostro IO è ricco di sfaccettature cangianti in base alle situazioni, come quelle elencate sopra, da relazioni e legami e dai tanti vissuti emotivi ed esperienze sogni e progetti, ma anche da conoscenze e competenze che in definitiva costituiscono il nostro “bagaglio di vita”.
Tutto ciò si organizza (secondo la visione della Psicosintesi) in piccole e grandi sub-personalità che, come fossero inquilini differenti di un condominio interiore, a volte si conoscono solo i nomi sul citofono, ma tutti, chi più chi meno però, condizionano la vita.
Ognuno di questi inquilini ha una storia differente e quindi quando diciamo mi prendo cura, di “chi” realmente ci vorremmo prendere cura?
– Della portinaia che sta tutto il giorno a pulire e a rispondere alle richieste degli altri
– dell’ingegnere precisino che passa il tempo a sistemare carte e progetti ma poi non esce di casa a controllare i lavori in corso o
– della ballerina che conteggia ogni caloria perché sta preparando il saggio di danza e non può permettersi un grammo di cibo in più o la performance fallirà completamente.
Dimmi la verità, anche a te sono venuti in mente i personaggi che il Piccolo Principe incontra nel suo viaggio alla scoperta di sé?
Quindi a chi appartiene quel bisogno, quel valore, quell’aspettativa o quel sintomo che ti fa dire che non stai bene, di “chi” dovresti occuparti per primo? E dopo a chi toccherà?
Avere la mappa dei nostri inquilini sarebbe molto utile per cominciare ad individuare chi fa cosa, mentre qui ti racconto Chi Sono io 😉
Ostacoli
Gli ostacoli al prendersi cura di sé, alla luce di tali premesse, possono riguardare:
- non essere consapevoli di come si sta veramente (a causa del suddetto condominio)
- non vedere l’automatismo nel mettere etichette a quello che accade e che porta a dire che non si sta bene, mentre “qualcosa” non sente di stare bene (disidentificazione)
- non accorgersi dell’interpretazione della realtà condizionata, dal condominio, frutto di fattori educativi, culturali e sociali, gli occhiali con cui interpretiamo il mondo
- non provare auto-empatia e accettazione per tutte queste “parti” o aspetti che spesso arrivano a confliggere tra loro, giusto per complicarci la vita, perché nel contempo non c’è un IO regista-amministratore di condomini che le dirige verso un’unica direzione o all’armonia
- non sapere stare nelle situazioni che non conosciamo da osservatori- testimoni empatici e creare uno spazio tra stimolo e re-azione, altrimenti automatica
Il tutto si può riassumere, in definitiva, nella difficoltà di essere sufficientemente consapevoli di sé e di ciò che si sta realmente sentendo-percependo-vivendo in quel momento e come potersi “muovere” alla luce di ciò.
Strategie
Se la causa prima di questo non sapere di quale sé occuparsi è la mancanza di consapevolezza, allora coltivare la consapevolezza o stato di presenza nel qui e ora, sarà la principale strategia.
Questo permetterà di non subire in automatico reazioni e vecchie abitudini e poter rivalutare di volta in volta quali sono ancora funzionali e quali no.
In estrema sintesi di risparmiare energie poiché tali automatismi mirano alla sola sopravvivenza, impedendoci di vivere anziché sopravvivere e la differenza non è poca cosa!
Vorrebbe dire passare dall’essere come una banderuola che vira in base al vento, ad un’auriga che tiene in mano le redini del suo calesse.
Osservare quello che realmente sta accadendo, riconoscere la realtà di come stiamo veramente, è un buon punto di partenza per potersi muovere verso una nuova direzione che abbia senso e significato per noi e sia anche efficace perché fondata sulla realtà dell’oggi.
Il domani si costruisce oggi, così come oggi possiamo evitare la sofferenza di domani
Prendersi cura di sé con la scrittura, è il freebie che con 3 mail e 3 video ti spiega perché nel 2021 è ancora importante scrivere a mano e suggerisce come scrivere consapevolmente mattina e sera.
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Pratiche, strategie e metodi
Per la cura di te puoi utilizzare pratiche come: lo yoga, la mindfulness, la meditazione, la scrittura, la bioenergetica; metodi come il Focusing, la PNL, la biodanza, le Costellazioni Familiari o altro.
La strategia è quella di riunire tutti i livelli di consapevolezza, i “corpi”: fisico, emotivo-mentale, energetico, spirituale e migliorare la relazione con il sentire-percepire per passare da un sistema incentrato sul fare-sistemare-aggiustare a uno incentrato sull’ essere-permettersi di essere.
Spesso le cose “non hanno funzionato” perché non sono state davvero scelte dalla “maggior parte di te”, oppure non c’è stata una piena assunzione di responsabilità, o ancora, non c’è stata abbastanza fiducia in chi dovevi ascoltare-seguire per imparare ad utilizzarle… ?
Ma tutte le cause alla fine sono riconducibili alla non-consapevolezza di sé.
La reale conoscenza di sé si coltiva con:
- l’attitudine all’ascolto incondizionato del presente
- allenando la capacità di non-reazione grazie all’osservazione
- integrando ciò che viene ri-conosciuto
Ma questo presupposto che porta alla direzione coerente e all’azione orientata all’equilibrio e all’integrazione, in realtà è anche la cura di tutti i propri sé armoniosamente e amorevolmente, allo sviluppo della fiducia, della sana autostima e dell’ accettazione incondizionata di sé.
Esercizi
Gli esercizi proposti in questo primo articolo della serie mirano alla consapevolezza di come si sta veramente e sono due:
- fermarti più volte durante la giornata e chiediti “come sto”?
Non accontentarti delle prime risposte automatiche e continua a chiedertelo. Mentre lo fai, ascolta il tuo corpo nel qui e ora e cosa accade quando sei nella verità (piacevole o spiacevole che sia). - porta l’attenzione al respiro per pochi secondi o potendo qualche minuto più volte nella giornata (imposta delle sveglie casuali). Il respiro è un ottimo specchio di come stiamo sia a livello mentale che emotivo, oltre che fisico, non per modificarlo ma osservarlo così com’è e prendere consapevolezza di come stai e osservare cosa accade.
Il consiglio è di tenere traccia di data, ora e osservazioni fatte perché nel tempo può essere interessante andare a rileggerle.
Buone osservazioni e se posso esserti d’aiuto contattami
Buona Vita
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