NO, lo dico subito, così smettiamo (sia io che te), di sentirci frustrate e incapaci perché abbiamo sentito, letto o creduto, che con la pratica meditativa, si dovesse arrivare a fare il “vuoto”….qualsiasi Fisico Teorico, incluso il Dott. Sheldon Cooper (della serie Big Ben Theory, adoro!) si ribalterebbe dalla sedia!
Non so tu, ma io l’unico vuoto che conosco è quello del mio frigo la domenica sera, o quello del mio stomaco quando ho fame, e grazie al metodo del Focusing, ho scoperto che lo percepisco anche in altre circostanze.
Un po’ di chiacchiere sul tema
Nel Testo Le Trasformazioni della Coscienza, di K.Wilber-J.Engler e D.P. Brown, ed. Ubaldini, si fanno delle comparazioni tra le pratiche dello sviluppo umano nella psicologia Transpersonale e ad un certo punto si parla di “vuoto”, se ricordo bene per i Buddhisti (ma se non è così smentiscimi pure pubblicamente) mentre di “pieno” per gli Induisti. Due modi di dire opposti, ma per descrivere uno stesso stato di Coscienza che percepisce “lo stato primordiale in cui tutti i paradossi, sorgere/scomparire, uno/molti, successione/simultaneità, sono risolvibili con la comprensione delle sottili interazioni non causali della mente straordinaria” (pag 173)….CHEEE???
Sì, ti capisco, non ti preoccupare, è solo un modo per dire che è impossibile azzerare la funzione mentale, perché senza quella sarebbe un po’ difficile “comprendere”.
Quello che sicuramente si può fare è, ad esempio, è ripulire lo specchio, ossia la mente, come viene detto nei Sutra di Patanjeli (Testi Sacri tra quelli base nella filosofia Yoga).
Così che l’essere umano possa percepire il riflesso di Ishvara (o Grande Sé, o il Tutto, o Dio ecc.) grazie al Purusha, o parte luminosa, spirituale (che non è necessariamente religiosa) dentro di sé (o piccolo sé, io animico ecc.).
Mente sensoriale, egoica, spirituale
Quindi riepilogando, il silenzio non è qualcosa che si fa, ma una condizione che si ottiene procedendo nei vari livelli di coscienza, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono tra la mente sensoriale (per intenderci quella che mi fa mangiare all’ una di notte perché invece di andare a dormire rimango a guardare le mie serie preferite su Netflix!) la mente egoica (quella che riguarda l’Io nell’ accezione meno virtuosa, ossia l’ego che crede di poter avere il controllo su tutto, ad esempio è merito o colpa mia di tutto ciò che mi accade) e per finire la mente spirituale (quella più vicina alla Coscienza Universale e alla capacità di abbandonare i frutti dell’azione, ossia il classico tornaconto, e non sentirsi onnipotente e unico agente della situazione).
E con quali strumenti si arriva a tutto ciò?
Sempre secondo i Sutra, queste tappe evolutive, insieme ad altri aspetti dell’Asthanga Yoga, che non posso dilungarmi a citare qui (ma se ti interessa, fammelo sapere nei commenti, troverò il modo di parlarne), si raggiungono anche grazie a tre stadi di integrazione di sé e sono:
- la Concentrazione, ossia la capacità di fermare la mia attenzione su un solo oggetto, quella che non hanno i bambini nativi digitali di oggi, ad esempio, a meno che non siano occupati con un tablet o un videogioco;
- la Fusione, quella capacità che mi permette di diventare un tutt’ uno con l’Osservatore dell’oggetto, pur essendo ancora separato da esso;
sono completamente assorta, forse si potrebbe paragonare alla contemplazione; - la Meditazione, quella capacità (perciò meditare non è qualcosa del fare, ma dell’essere) in cui l’Oggetto osservato mi rimanda qualcosa che non proviene da Me!
Dirai, “ma che palle!” Dai resisti, la lezione della maestrina è quasi finita, “ma che cosa posso fare io che ogni mattina mi devo alzare presto per andare a lavorare, badare alla famiglia e alla mia casa e che vivo su questo pianeta e non a Meditolandia per riuscire a fare un po’ di pulizia allo specchio e non per farmi un selfie?”
Cosa fare per silenziare la mente
Primo
passare più tempo a contatto con la Natura, si può fare la passeggiatina nel boschetto, ai giardini, vicino casa; la gita in riva al mare, se hai la fortuna di averlo vicino, beata te!; attorno ad un lago; ma anche nell’orto, se ne hai uno.
E’ il modo più ecologico, immediato e semplice per ritrovare le qualità che ti permettono di avvicinarti al Silenzio, inteso come assenza di ostacoli al famoso riflesso di cui sopra, qualità che sono:
- la ciclicità della natura, ad esempio il susseguirsi delle stagioni, la nascita e la morte di un fiore, o altro. Potresti osservare questa ciclicità in te grazie al ciclo lunare e alle sue 4 fasi. Io è un po’ di tempo, che compilo il Diario Lunare, un bel pdf dove scrivo come mi sento in termini di:
energia, umore, desiderio sessuale o creativo in generale, qualità del sonno, delle relazioni, la capacità progettuale o dell’azione, aspetti emotivi, fisici di quel giorno e poi lo metto in relazione alla fase lunare del periodo. Se è Luna Nuova (quella nera), Luna Crescente (con la gobba a ponente, ossia a dex, il trucco è che ha la gobba come la D, ma cresce), Luna Piena (quella bianca), Luna Calante (gobba a levante, ossia a six, ha la gobba com la C, ma decresce), inoltre le lune intere, hanno influenza anche il giorno prima e quello dopo la massima rotondità 😉
Dopo qualche ciclo avrai anche tu il tuo personale ciclo Lunare. Un libro che ti può interessare allo scopo è il libro Luna Rossa di Miranda Gray, molto utile avrei voluto leggerlo quando ebbi il Menarca (il primo flusso mestruale). Compilare il Diario sia nell’ età fertile che in quella non-fertile è molto utile per conoscersi meglio, a prescindere dalla funzione strettamente riproduttiva. - Un maggiore spazio interiore, grazie ai ritmi lenti che la natura porta a sentire nel corpo e che si riflette poi nelle azioni. Avrai notato come di solito, invece, l’attività mentale sia sempre più veloce, rispetto al corpo e soprattutto sempre proiettata nel passato o nel futuro, raramente nel presente.
- La capacità di attivare l’Osservatore che c’è in te che grazie all ’osservazione del mondo delle piante, degli animali e perfino dei minerali, si può attivare anche nel quotidiano, con la multi-percezione, la capacità di stare con ciò che percepisci dentro di te, sensazioni e pensieri e simultaneamente ciò che c’è fuori di te, nell’ambiente circostante, sia in termini di stimoli sensoriali, che di reazione alle situazioni contingenti. Tipo quando sto parlando con mio figlio e il suo atteggiamento strafottente, tipicamente adolescenziale, mi fa contorcere le budella intestinali, mentre si affacciano alla mente tutte le frasi fatte ricevute a mia volta dai miei genitori e invece di dirgliele stò calma perché, in fondo, una parte di me, oggi ricorda ancora cosa si passa in quel periodo di crescita e rimodellamento dell’IO! Questa capacità di osservazione, con quella dello spazio dentro di sé, portano ad un allungamento di questi tempi di re-azione, pensa che utile quando il capo o la suocera ti fanno girare le…sfere!!!
Secondo
e non per importanza, imparare il metodo del Focusing, e certo!
Nel Focusing, lo spazio, l’osservatore, l’essere Presente a te stessa, sono qualità che si sviluppano in ogni focalizzazione, sia che tu lo faccia da sola, che in compagnia.
E poi diciamocelo, in inverno stare all’ aperto, al freddo e al buio è un po’ meno divertente e rilassante, eheh!
Basta così, per oggi ti ho stremata, ti ricordo solo di andare alla voce Cosa posso fare per te, se vuoi conoscere le modalità che offro per avvicinarti al Focusing.
Sono differenti sia in termini economici, che d’ impegno possibile in questo momento della tua vita.
Buona Vita
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