Una montagna riflessa nell'acqua di un lago

In questo articolo tratterò il tema del silenzio e della sua importanza nel processo di Focusing, i suoi effetti e come ricrearli con un esercizio quotidiano.
Le caratteristiche e le connessioni del silenzio con i diversi ambiti dell’essere umano le abbiamo descritte nell’articolo Perché il silenzio è d’oro.
Mentre qui scrivevo del silenziare la mente e qui dell’opportunità di utilizzare il sottofondo musicale nelle meditazioni

Silenzio e ferite

Ricordiamo qui che, come le parole, anche il silenzio è un’arma a doppio taglio:

  • Può accompagnare o può allontanare
  • Può ferire o può guarire
  • Può essere un dono o un veleno
  • Può uccidere o può far rinascere

Nel tempo si impara a dosare parole e silenzio, a saperli alternare ed utilizzare consapevolmente, come accade nelle tecniche di ascolto attivo, qui trovi le regole per un buon ascolto ed utilizzare così parole e silenzi non solo per esprimere ciò che si è.

Silenzio e comunicazione

Rimane la consapevolezza che comunque il silenzio fa parte della comunicazione.
Uno degli assiomi della Comunicazione è che non si può non comunicare, anche quando non si intende comunicare.

Molto spesso il silenzio è vissuto con ansia e disagio, può essere percepito come un vuoto che trasmette angoscia e che va assolutamente riempito, come un atteggiamento di disinteresse o indifferenza.

In realtà può essere anche:

  • una pausa dove raccogliere idee, sensazioni, emozioni;
  • un luogo in cui “appoggiare” la tensione, la fatica;
  • un luogo dove ascoltare cosa c’è senza agire la reazione, il giudizio o l’aspettativa.

Un altro argomento collegato al silenzio è quello di come meditare, Parte Prima, Parte Seconda, Meditazione e Focusing e gli Effetti della Meditazione

Silenzio e Focusing

  1. Sin dal Primo Passo del processo di Focusing, il Silenzio interiore è quello che si cerca di raggiungere sia con l’esercizio dello spazio (che era solito utilizzare Gendlin) che con la Sintonizzazione, variante che ha lo scopo di portare subito la concentrazione al sentire corporeo, nel qui ed ora, senza collegarlo ancora ad una situazione o tematica particolare.
  2. Nel silenzio e nell’ascolto, è possibile che ciò che necessita della nostra attenzione, finalmente trovi lo spazio per farlo, dato che solitamente questo spazio è ingombro di altro (pensieri sulle incombenze quotidiane, dai rumori e stimoli esterni o interni, come la tendenza a pensare al passato e a ciò che è stato o al futuro e quello che ancora deve accadere…)
  3. Il silenzio diventa fondamentale anche nei passi successivi del processo di Focusing, quando abbiamo identificato un ‘felt sense’ e lo vogliamo gentilmente salutare, avvicinare, descrivere…

Per chi non fosse pratico di Focusing, ricordo qui che il felt sense è la definizione che il Dott. Gendlin diede ad una capacità naturale presente in alcuni soggetti e osservata in veste di collaboratore e ricercatore di Carl Rogers proprio durante una ricerca scientifica.

La ricerca era partita da una domanda sul perché alcuni soggetti a parità di trattamento e terapeuta facevano dei passi avanti e dei cambiamenti nella vita ed altri invece no.

Durante quello specifico studio osservò che alcuni soggetti descrivevano nel qui e ora le sensazioni nel corpo che percepivano durante l’esplorazione di vissuti e situazioni contingenti nei loro colloqui terapeutici e che questo atteggiamento di auto-empatia permetteva loro di avere dei ‘felt shift‘ o cambiamenti percepiti interiori, con delle ricadute positive nel quotidiano.

Il felt sense

È una ‘sensazione sentita’ che, sebbene venga avvertita in modo fisico, “è fatta di corpo e mente ancor prima che questi due elementi vengano separati.” Gendlin E.T. (1981) Focusing. Trad it. Astrolabio, 2001, 179

Quando il felt sense si apre all’ascolto ed emergono contenuti sotto forma di immagini, simboli, parole e altro, è sempre il silenzio del non giudizio e dell’accettazione incondizionata che permetterà il felt shift o cambiamento percepito.

Ma il silenzio non è un aspetto importante solo per il Focuser (colui che pratica il processo di Focusing e ne sviluppa i passi) lo è anche per il Compagno di Focusing (colui che accompagna il processo del Focuser ma non ne è responsabile) in un processo condiviso.

Chi è il Compagno di Focusing

Il compagno, di solito Focuser anche lui, accompagna nell’esplorazione e nel processo creando un campo di sostegno accettante ed empatico e rimanendo presente e consapevole, sia a ciò che sta provando il Focuser, sia a ciò che prova lui.

E’ colui che crea lo stato di presenza silenziosa ma aperta e disponibile all’ascolto profondo dell’altro, dove si è sinceramente aperti, ben disposti, accoglienti, empatici, fiduciosi, autentici sia verso il compagno focuser e verso la sua esperienza, il suo vissuto, sia verso se stesso mentre lo è.

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Il silenzio e lo ‘spazio’

Abbiamo visto l’importanza del silenzio nel processo di Focusing, sia come Focuser che sta ‘processando’, sia come Focuser in veste di ‘compagno nel processo dell’altro’.

Ma tra gli effetti del silenzio quando si pratica non solo nel Focusing, ma anche in altri modi, come la meditazione, l’ascolto attivo, perfino nella noia, è anche quello di creare uno ‘spazio’ più calmo e tranquillo, più lento, dove è possibile far emergere:

  • risorse sconosciute
  • potenzialità inespresse
  • qualità come l’accettazione incondizionata, l’equanimità e la fiducia che tutto ciò che c’è, anche se non ne comprendiamo il perché con la testa, è quello che può esserci qui ed ora.

Se ancora non pratichi una di queste modalità per fare spazio col silenzio, non disperare c’è anche un altro modo a parte il silenzio: la scrittura consapevole, in Sai come la scrittura può aiutarti stare meglio? ti esponevo l’argomento completo.

La scrittura consapevole

Chiamo così quella pratica informale di mindfulness che tutte le mattine mi porta a sedermi al tavolino e scrivere su di un quaderno, per circa mezz’ora, in modo fluido, senza badare a stile, grammatica e punteggiatura tutto ciò che c’è in quel momento:

  • comincio con lo scrivere quello che ingombra la mente, come appuntamenti e programmi della giornata, riflessioni sul da fare o come vorrei che procedesse il tutto
  • poi sento se ci sono emozioni e le descrivo, se ho voglia utilizzo anche i colori per farlo
  • infine sento come tutto ciò è percepito dal mio corpo continuando a descrivere tutto su carta.

Le prime due o tre volte ti potrebbe fare male la mano, soprattutto se non sei più allenata a scrivere analogicamente, ma poi con l’allenamento entro due, tre giorni passerà.

Ti ricordo di fregartene sia della grafia che della forma, nessuno a parte te rileggerà ciò che scrivi anche se a distanza di tempo puoi andare a rileggere queste pagine, soprattutto se mentre scrivi arriva qualche ispirazione o idea che in futuro potresti esplorare ulteriormente.

Sarà come far fare ginnastica tutte le mattine alla tua consapevolezza e questo ti darà quella sensazione di centratura e spazio che ti permetterà di affrontare gli eventi quotidiani con più lucidità mentale.

Se già ti piacerebbe scrivere di più, qui trovi Immagina, esplora e scrivi, una mini guida via mail per creare un ponte con la scrittura, tra l’immaginazione e la creazione di un idea, una storia o un proposito.

Se invece sei appassionata del Fare Spazio nel senso di Declutterare, qui Del fare spazio e decluttering XD

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Valentina

Valentina

Sono Trainer del Metodo Focusing e nella mia vita precedente, infermiera. Oggi mi prendo cura delle persone insegnando l’ascolto e l’accettazione incondizionata di sé perché pensare di sapere cos’è meglio per stare bene, non è sufficiente a cambiare. Stare incondizionatamente con quello che c’è è indispensabile per avviare un cambiamento reale che parte dall’autenticità. Conosciamoci meglio

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