In questo post approfondisco una delle pratiche di cui ti ho parlato in Come iniziare il nuovo anno col piede giusto e precisamente la pratica dello scrivere, perché ci sono tanti motivi per scrivere, ma sai come la scrittura può aiutarti a stare meglio?
La storia dell’uomo
Scrivere è stato sin dagli albori dell’ homo sapiens un modo per:
- Comunicare qualcosa lasciando un segno, come nelle incisioni rupestri;
- Oppure negli scambi commerciali, calcolare ed archiviare, come con le tavolette di argilla e la scrittura cuneiforme;
- Riportare un manifesto pubblico di regole e leggi come nella Stele di Rosetta egiziana.
- Nei tempi successivi, tramandare filosofie prima trasmesse solo oralmente come nei Testi Sacri dei Veda o della Bibbia;
- Diffondere la conoscenza attraverso le metafore dei miti e delle leggende da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud.
- In tempi a noi più vicini, trascrivere immaginari futuri fantascientifici o avventure al centro della terra;
- Immaginare viaggi nel tempo, incontri con dinosauri o extraterrestri;
- Scrivere scenografie delle opere teatrali e cinematografiche moderne.
Insomma percorrere la storia della scrittura vuol dire ripercorrere anche la storia dell’essere umano.
La nostra storia
E questo è vero anche per noi, qui ed ora; possiamo utilizzare la scrittura per
ripercorrere la nostra storia:
- Quella più in luce, scrivendo un’autobiografia.
- Quella ancora inespressa, immaginando e visualizzando noi stessi e il nostro prossimo futuro.
- Quella in ombra che evitiamo perché non ci piace, ma che contiene anche bisogni inespressi e inascoltati che finiscono per guidarci inconsciamente nelle azioni.
- Quella del presente, connettendosi in senso olistico a tutte le nostre istanze: fisiche, psichiche, emotive, energetiche e spirituali, nel qui ed ora, come insegnano il Focusing, la Mindfulness e ancor prima le pratiche filosofiche dello Yoga e del Buddhismo.
Scrivere per stare meglio
I diversi modi di scrivere sono tanti e di certo non esaurirò qui la loro descrizione, anche perché non ho la pretesa di conoscerli tutti.
Qui, ad esempio, non scriverò di scrittura creativa intesa come allenamento per chi scrive o vorrebbe farlo di professione, lascio questo compito non facile a Pennablu.it o ai copywriter del laboratorio di parole di Balenalab (Adoro!) .
Scrivere per qualcuno che ti legge non è l’aspetto che considero qui.
Bensì la scrittura psico-emotiva, quella strettamente intima e personale che mira al ri-connettersi con quegli aspetti di noi che ben nascondiamo e neghiamo a noi stessi, ma che creano conflitti interiori (e non solo).
Di creativo rimane il fatto che qualsiasi scrittura stimola comunque la creatività in senso più ampio, perché utilizzare le mani, che sia per scrivere, per un disegno o un “lavoretto” di ricamo, uncinetto o altro, ha comunque un forte impatto sulla comunicazione con l’emisfero destro deputato alla creatività.
Come scrivo io
La scrittura che coltivo io è quella che si fa da soli, nel chiuso della propria stanza, è quella parte di scrittura che implica il lavoro su di sé che non può essere delegata al coach, al counselor o allo psicoterapeuta di turno.
Questi professionisti lavorano con te sul “terreno” che è quello che tu credi di conoscere di te, lo smuovono, lo nutrono affinché poi tu sia più predisposta/o a fare questo rimescolamento con te stessa/o; con autenticità, auto-empatia e soprattutto non giudizio, è un po’ come quando andavi a scuola e a casa dovevi fare i compiti, ma il bello è che qui i voti te li dai tu!
I benefici dello scrivere
A differenza dell’espressione verbale, la scrittura ha un impatto più autorevole anche verso se stessi, ricordiamo il detto “verba volant, scripta manent”.
Spinge, infatti, ad una maggiore riflessione e inoltre offre la possibilità di andare a lavorare con i nostri “personaggi” e con gli “oggetti” del nostro inconscio anche successivamente, come ad esempio nell’analisi dei sogni o del materiale onirico.
Una parentesi per lo scrivere a mano.
E’ stato ampiamente dimostrato dalla psiconeurolinguistica quanto sia importante scrivere a mano rispetto che a macchina; le aree cerebrali che si attivano sono differenti, ma diciamo anche che questo va considerato a seconda di cosa andiamo a scrivere.
Se devo inviare una email ad Amazon l’impatto non sarà lo stesso che se scrivessi una lettera alla me del passato! Gli articoli come questo del blog io li scrivo a mano ma poi nell’editing sul PC mi succede spesso di rivedere, correggere, ampliare o accorciare, quindi, con un mix di strumenti.
Come sempre ci sono predisposizioni, fattori e variabili che occorre sempre considerare oltre alle basi scientifiche.
Le tecniche e gli esercizi
Le tecniche di scrittura che personalmente ho sperimentato e che quindi propongo ai clienti sono:
- La scrittura fluente in cui si lascia scorrere la mano senza nessuna attenzione alla forma e in cui si esprimono le parole in modo sempre più spontaneo, facendo associazioni libere che emergono dalla parte sempre più profonda e che si esprimono grazie ai simboli grafici delle parole. Lo scopo può essere di tipo catartico o anche per far emergere ciò che di una situazione reprimiamo e non riconosciamo così da poter poi sentire il bisogno ad esso collegato.
- La scrittura della “lettera” che si utilizza per dare voce alla parte di noi sofferente (subpersonalità), a quella giudicante (superIo) ed eventualmente a qualsiasi altra parte coinvolta (ferita) nella situazione di conflitto o disagio con un Dialogo Interiore. Facendo emergere la polarità in ombra e permettendo di “mettersi nelle scarpe dell’altro”, anche se l’altro siamo sempre noi, si evocano insight, consapevolezze inaspettate che sciolgono il conflitto o il malessere interiore.
- La scrittura autobiografica coinvolge l’aspetto più narrativo, ma anche in questo caso a differenza della scrittura creativa aiuta ad esplorarsi, a fare uno sforzo mnemonico e di concentrazione, emotivamente a richiamare risonanze degli episodi, suggestioni e fantasie. Si dà modo alle diverse parti di sé di ristrutturarsi, ascoltarsi e nel silenzio ritrovarsi.
- A questo si collegano gli esercizi di re-visione di certi episodi significativi della vita e andare a vedere cosa hanno comportato come effetti positivi anche se nel passato sono stati vissuti negativamente recuperando oggi il senso della pari dignità della loro esistenza.
- La scrittura di un diario, che utilizzato quotidianamente è una buona pratica antistress.
- Le visualizzazioni scritte di obiettivi da raggiungere, di come ci sentiremo una volta realizzati. Quelle per gli stati dell’essere che rinforzano il nostro centro e lo rendono più forte e in grado di disidentificarsi da ciò che si fa e identificarsi con ciò che si è.
Gli effetti della scrittura a mano
Concludo elencando gli effetti della scrittura a mano:
- Allenare la memoria, quante volte scriviamo qualcosa per poterla fissare meglio? Non mi riferisco solo alla lista della spesa, eheh.
- Aumenta la concentrazione, soprattutto in questo tipo di esercizi in cui scrivere veloci non è un merito, occorre tempo per richiamare a sé sensazioni, emozioni, pensieri.
- L’attenzione all’ortografia e alla grammatica non è indispensabile quando si scrive per sé stessi, ma essendo automatica comunque aumenta l’attenzione a ciò che si sta facendo.
- Scrivere a mano aiuta nel raggiungimento degli obiettivi, è particolarmente vero quando si utilizzano planning, bujo e habit tracker; la soddisfazione di cancellare con una linea o un flag ciò che si è portato a termine o mettere una X sul giorno in cui abbiamo svolto l’azione che ci avvicinerà ad esso non ha eguali, non trovi?
- Abbiamo già accennato alla funzione antistress e catartica in precedenza.
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