“Scusate il ritardo” come diceva quel film del grande Massimo Troisi, ma questo primo post di novembre non voleva venire alla luce.

Non so tu, ma io in questi primi dieci giorni del mese mi sono sentita fiacca e spaesata.
C’era qualcosa che risentiva di questo clima che volge al freddo sentendosi come sospeso in un limbo fatto di copertine, di lentezza e voglia di mettersi sul divano a leggere un bel libro con in mano una bella tazza di tè o anche no.

Di stare come in una di quelle belle riviste ricche di addobbi Natalizi con un clima higgie, con atmosfere morbide, accoglienti e intime; come nelle serate trascorse con gli amici a giocare con qualche gioco da tavolo o a preparare cose buone da mangiare!

Ma c’era anche un’agitazione e un’attività mentale continua come se dovessi, da sola, risolvere il problema della fame nel mondo; dimagrire 30 kg e preparare tremila pasti stile Masterchef, tutto in una settimana!

Per fortuna non è una novità sentirmi così, anzi in questo giro di giostra le parti in gioco sono state solo due, ti lascio immaginare quando sono anche tre o più.
No, non sono schizofrenica, ma solo consapevole di tutte le implicazioni, i condizionamenti e i filtri dei pensieri e delle azioni e che confliggono le une con le altre causando queste situazioni di “stallo”…. non mi dire che a te non capita mai, altrimenti sì che mi sento patologica, eheh.

Alla luce di ciò, oggi voglio raccontarti come ho affrontato questo momento di schizofrenia benigna come la chiamo io e sono riuscita, tra l’altro, a scrivere questo post.

Sì, dimmi come uscire dal tunnel!

  • L’ Amorevolezza, è molto importante mantenere un atteggiamento positivo e non giudicante verso te stessa. Come ti sentiresti mentre stai cadendo da un burrone se qualcuno anziché acchiapparti e sorreggerti cominciasse a dirtene quattro per la tua disattenzione o ti criticasse perché stai cadendo? Non credo molto bene e soprattutto non sarebbe un atteggiamento molto utile visto che ci sarebbero già paura e shock a complicare il tutto, giusto?
    Allo stesso modo è importante riconoscere le parti in difficoltà e prendercene subito cura, dando a queste parti più lente la possibilità di essere “acchiappate”. Spesso è sufficiente anche solo riconoscere la loro esistenza perché riescano a fare un passo avanti. Insomma non metterla troppo sul personale, non ce l’hanno con te, eheheh.
  • Risparmio energetico, questo è davvero molto difficile per le donne multitasking, ma necessario. Rivedi le tue priorità e le to-do list che ti piace tanto fare, mettendo solo pochissimi obiettivi prioritari, 1-2 al giorno. Mi raccomando, non sto parlando di priorità oltre l’occupazione lavorativa, la gestione della casa, dei figli e delle “varie ed eventuali” che fai sempre, ma includendo TUTTO ciò. Quindi se vai a lavorare puoi scegliere solo un altro o massimo altri due obiettivi !
    Autorizzati a fare il minimo indispensabile, che sia veramente solo il minimo e non ti preoccupare che non ti ammali di peste solo perché non pulisci il bagno o non rifai i letti per una settimana. Io chiamo questo livello energetico “regime di sopravvivenza”. Poi è possibile che tu riesca a fare anche qualcos’altro, ma solo perché dopo che ti sei autorizzata a fare solo le priorità ti potrà arrivare dell’energia per fare ancora qualcosa, ma, per non strafare,
  • Stai nel qui ed ora, nel Presente perché è l’unico modo per poter ascoltare veramente di cosa hai bisogno: a livello fisico, emotivo, mentale. Rallenta e senti di cosa necessita il tuo corpo: che cosa hai voglia di mangiare? Come ti va di muoverti, se ti va? Quanto hai bisogno di dormire? In pratica, cerca di assecondare più che puoi questo tuo sentire, ma anche laddove non puoi proprio farlo, riconosci il bisogno che avresti e dì a te stessa: “appena posso asseconderò questo bisogno di…”.
    Nel lavoro cerca di concentrarti al massimo in quello che fai, come se fosse tutto nuovo e lo stessi facendo per la prima volta, so quant’ è difficile, ma la concentrazione è davvero un ottimo modo per ricaricare le energie che vengono sottratte dal continuo logorio mentale, del “devo fare questo…. dovevo fare così anziché…”. Concentrarti in quello che stai facendo ti fa rimanere nel presente e non ti fa viaggiare in ciò che è stato ieri o in ciò che sarà domani e questo è davvero rigenerante!
  • La pazienza, non è certo l’ultima per importanza, anzi, forse è necessaria in tutte queste modalità precedenti perché spesso siamo impazienti di uscire dalle situazioni scomode e inusuali.
    Anche se utilizziamo l’amorevolezza, il risparmio energetico, il presente e la concentrazione, c’è sempre quella vocina pronta a spuntare fuori e dirci “dai vabbè ma quanto ti ci vuole a sbloccare sta situazione, dai datti una mossa che facciamo notte“, scommetto che hai questo grillo parlante anche tu!
    Rassegnati a non sapere (sì hai letto bene!) a non sapere per quanto starai così o di quanto tempo avrai bisogno perché più sarai impaziente, più tutto quello che farai sarà inficiato da questa impazienza. E’ una cosa certa che meno pazienza avrai e più tempo occorrerà affinché la situazione evolva e torni a fluire…..E mi rivolgo non solo a chi è in situazione di stallo e si ferma, ma anche a chi è nella polarità opposta e cioè quella che fa sì tremila cose, ma poi deve tornarci su perché non le ha fatte bene o non è comunque soddisfatta perché è una perfezionista. Di entrambe sono proprio un’esperta, te lo assicuro!

E poi mentre meno te lo aspetti, un giorno, magari sotto la doccia (non sai quanti in-sight ho sotto la doccia) qualcosa emerge alla coscienza e qualcosa cambia.

Mi è successo così anche questa volta. Ho sentito che questo rallentamento e l’effetto “vuoto” sono legati al fatto che non è partito il Corso Base di Focusing che avevo organizzato per ottobre.
Non è partito per iscrizioni insufficienti ed è stato come essere un corridore fermo ai blocchi di partenza per fare la sua gara e scoprire tutto a un tratto che la gara è stata annullata!
Questo deve avermi spiazzata più di quanto avessi previsto e non avendo programmato un piano B, ne ho risentito. Il rendermene conto mi ha permesso di reintegrare questa parte rimasta indietro e quindi riportarmi all’ azione e infatti eccomi qui a scrivere questo post che ufficializza la ripartenza.

Ora cosa si fa ?

In questi anni ho imparato che non esistono fallimenti ma solo feedback a ciò che si fa.
Ora mi rimboccherò le maniche e andrò ad osservare, valutare e riconoscere cos’altro potevo fare di diverso; cos’ ha bisogno di essere riprogrammato e come, nelle presentazioni dal vivo, nella promozione; a chi voglio rivolgermi quando parlo di insegnamento del metodo Focusing; preparare un piano B da attuare in alternativa al Corso; solo per dirne alcune.

Quello che aiuta è fare una Macrolista di tutto ciò che si è portato a termine ad oggi, spesso notiamo più facilmente le mancanze che i successi e dare riconoscimento a ciò che siamo riusciti a fare con un atto simbolico o materialmente gratificante è un modo per insegnare al nostro bel cervellino che notare anche il positivo ci fa bene!

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Valentina

Valentina

Sono Trainer del Metodo Focusing e nella mia vita precedente, infermiera. Oggi mi prendo cura delle persone insegnando l’ascolto e l’accettazione incondizionata di sé perché pensare di sapere cos’è meglio per stare bene, non è sufficiente a cambiare. Stare incondizionatamente con quello che c’è è indispensabile per avviare un cambiamento reale che parte dall’autenticità. Conosciamoci meglio

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