cielo ed alberi

Agire nel migliore dei modi

Quando il cambiamento non fa più tanta paura, ne ho scritto qui, ti rendi conto della differenza tra l’azione efficace (buona) e quella inefficace o re-azione perché è la chiave fondamentale per il successo del cambiamento stesso.

Negli ambiti importanti, come quello del lavoro o delle relazioni interpersonali, succede spesso che il cambiamento avvenga  precipitando i tempi in quanto si trascura il proprio sentire al punto che ad un certo punto il vaso straripa con la cosiddetta ultima goccia e non si può prendere una decisione diversa!

Prendere quella decisione è diventata l’unica strada e per questo vuoi subito assecondare la spinta a fare il grande salto grazie anche alla scarica energetica legata alle emozioni che stai provando (rabbia, fatica, orgoglio).

Il problema è che una re-azione simile, non tiene conto di tutto il resto (l’affitto da pagare, i genitori da considerare o la dispensa da svuotare di cibi spazzatura!) insomma rischi di compromettere il cambiamento stesso e pentirtene dopo poco.

Te lo dice una che ha deciso di licenziarsi quasi dall’oggi al domani con un preavviso minimo, perché arrivata al limite massimo di sopportazione.

A mia discolpa ho una situazione di mobbing nonostante il periodo delicato (rientravo dopo un periodo di malattia grave) ma quelle erano solo le ultime avvisaglie di qualcosa che si era già incrinato da tempo.

Certo, avere una situazione economica tale da consentire questo “colpo di testa” lo avevo considerato, ma non avevo immaginato l’effetto a lunga scadenza sull’idea di valore che mi davo in relazione all’utilità sociale della mia professione.

E nemmeno l’impatto sulla mia autostima, ai tempi già parecchio compromessa.

Un’ azione “buona”

Tutta questa premessa per dire quali caratteristiche dovrebbe avere un’ azione buona, fatta bene, perché sia giusta, mirata ed efficace e soprattutto armoniosa con tutto il resto di sé stessi.

Parto da cosa NON è:

  • una re-azione, ossia una risposta ad un evento interno (perché proveniente da noi) dettata dall’ impulsività o da un meccanismo di difesa (come nel mio caso su descritto ad esempio) o esterno (da condizioni ambientali reali, rubo perché non ho soldi);
  • il risultato di un ragionamento logico, ad esempio io e la mia relazione con i soldi:
    segno tutte le spese che ho giornalmente e compilo diligentemente il mio kakebo (un agenda di casa) che mi permette di evidenziare dove spendo i miei soldi nel dettaglio, mi accorgo che ne spendo molti, troppi, in libri (li amo!) ma questa consapevolezza non mi impedirà di risparmiare solo perché decido che non comprerò più libri. Questo perché occorrerà una strategia per riuscire a togliere quelle spese dai libri e “risparmiare”.
    Il fatto è che se non sostituirò quel piacere di leggere con un’altro più importante (ad esempio un mega viaggio che desidero fare da tempo in Giappone) finirà che li spenderò in altro senza accorgermene….io ci ho provato, funziono così e tu?
  • un’azione decisa da qualcun’altro che non sia tu, certo puoi anche raccontartelo, ma a meno che tu non abbia una pistola puntata alla tempia, nessuno può costringerti materialmente a fare ciò che non vuoi!
  • dettata da un bisogno o da una necessità impellenti.

Quindi in definitiva un’ azione adeguata, giusta ed efficace, si ottiene quando è:

 

  • il frutto di una osservazione e conoscenza reale di sé e non di ciò che vuoi/vorresti o dovresti essere,
  • in equilibrio con ciò in cui credi ma non in senso ideologico, in senso conoscitivo, perché lo provi, lo vivi e lo scegli ogni giorno. Non perché sai che dovresti/vorresti o potresti fare. Per dirla alla Krishnamurti: ” Vivi le verità che hai compreso”.
    Se io pratico yoga regolarmente è perché quando lo faccio, sto meglio di quando non lo faccio.
  • svolta in modo che tutta la tua attenzione e concentrazione siano dirette a ciò che stai facendo.
    Per ultimo l’aspetto in assoluto per me più difficile perché richiede una buona dose di fiducia,
  • si compie senza aspettative nel risultato!!! O mon Dieu, questa è dura… “Io ho fatto la mia parte, ma siccome non ho il controllo su tutto, mi affido a ciò che dovrà essere e perciò accetto che potrei non raggiungere il mio obiettivo….” (-gasp!-…direbbe Paperino).

Ok, detto ciò come posso allenarmi in tempo di pace per  riuscire ad agire nel migliore dei modi in tempo di guerra?

Sempre con le stesse cose che ti rifilo ogni volta che posso, eheh!

 

  • Osservando e conoscendo te stessa sempre di più, io ho l’abitudine di annotare una serie di informazioni ogni giorno per mantenere l’attenzione su “come sto oggi”: lo faccio sia con i diari di vario tipo ad es. quello Di Bordo  e con degli schemi che creo, come ad esempio Questo.
  • Ascoltando il corpo inteso come strumento di consapevolezza (non solo fisico), focalizzo con il mio compagno di focusing tutte le settimane (in verità di compagni ne ho due e occasionalmente tre) e se non sai cos’è il Focusing, ti avviso che purtroppo non ha niente a che vedere con il sesso…
  • Non giudicando le emozioni e cercando di coltivare la comprensione e la gratitudine.

I mezzi che utilizzo su di me sono il Focusing, la pratica Yoga, il Canto Vedico, e tutto ciò che sviluppa la sensibilità verso me stessa e di conseguenza anche chi mi sta vicino, in modo creativo e rispettoso.

Lo faccio anche attraverso il mio lavoro che adoro perché mi permette di continuare questo processo che amo anche mentre accompagno qualcun’altro sui “sentieri” della relazione e dell’ ascolto.

Grazie ad essi ho scelto di acquisire le competenze necessarie affinché ci potessi tornare con un cliente, che per farlo mi paga pure….. non potrei chiedere di meglio!

Adesso ti senti pronta per una buona azione? 🙂

Ti ricordo che se vuoi conoscere e sperimentare in “solitaria” qualcosa del focusing, puoi iscriverti all’e-corse gratuito “Aiutati a sentir-ti bene” o usufruire del servizio di Focusing Guidato .

Se ti trovi nella morsa dei sensi di colpa ogni volta che vuoi cambiare qualcosa, iscriviti alla lista VIP per rimanere informata sul servizio “Addio sensi di colpa!”, puoi farlo QUI.

 

 

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Valentina

Valentina

Sono Trainer del Metodo Focusing e nella mia vita precedente, infermiera. Oggi mi prendo cura delle persone insegnando l’ascolto e l’accettazione incondizionata di sé perché pensare di sapere cos’è meglio per stare bene, non è sufficiente a cambiare. Stare incondizionatamente con quello che c’è è indispensabile per avviare un cambiamento reale che parte dall’autenticità. Conosciamoci meglio

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