Dopo aver scritto di Silenzio e Focusing e Si può silenziare la mente? in questo post scrivo del perché il silenzio è d’oro per la crescita interiore, ma anche per le relazioni interpersonali.
In sintesi riguarda uno stato dell’essere e di come questo poi incida concretamente nel mare della quotidianità. Come dico sempre nel mio motto: ben-essere per il ben-fare.
Il silenzio è d’oro
Il silenzio è d’oro perché si può mettere in relazione con la Vita, con la Spiritualità, con la Creatività, con la Comunicazione e con l’aspetto che più mi sta a cuore, la consapevolezza di te.
Il tema del silenzio è molto ampio e riguarda molti aspetti complessi e importanti della vita umana, non solo in relazione all’età.
L’approccio al silenzio, immagino che, come è stato per me, anche per te si sarà trasformato nel tempo:
- mi sembra ieri che dormivo con la radio accesa e trasalivo dal mondo dei sogni appena mia madre tentava di spegnere la radio ben incastrata tra il materasso e il cuscino;
- oppure quando non esistevano i cellulari e andavo in giro con le cuffie del mio fedele walkman perennemente nelle orecchie, a proposito, ce l’ho ancora, eheh.
- o ancora quando al rientro dal lavoro in corsia, tornavo a casa stanchissima e accendevo il TV anche se poi non guardavo niente perché crollavo sul divano o dovevo necessariamente occuparmi di altro.
- quando mi facevo sostenere dalla musica durante le prime meditazioni ma poi scoprii che…
Il silenzio e la Vita
“Il silenzio appartiene alla struttura fondamentale dell’uomo”
Max Picard, Il mondo del silenzio.
Da sempre argomento di speculazioni filosofiche, teologiche, letterarie e poetiche, il silenzio è protagonista dei momenti più importanti della vita “è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore, dell’ira, della meraviglia, del timore”, come afferma G. Leopardi.
Tra queste passioni spicca l’amore. Quando si è innamorati il silenzio acquista un valore speciale.
Pascal afferma che “in amore un silenzio ha più valore di una parola”.
Ma il silenzio è anche intimamente legato alla morte. Chi muore entra per sempre in una dimensione di silenzio e chi assiste alla morte altrui ha bisogno di silenzio e raccoglimento.
Non c’è bisogno di essere religiosi, per percepire la sacralità di questa fase della vita di cui purtroppo ci siamo sempre più privati negli ultimi decenni e che la pandemia ha così estremizzato impedendo totalmente la possibilità di vivere questa fondamentale esperienza, proprio in quanto esseri umani!
Il silenzio e la Spiritualità
“La nostra anima ha bisogno di solitudine. Nella solitudine, se l’anima è attenta, Dio si lascia vedere. La folla è chiassosa: per vedere Dio è necessario il silenzio” Commenta Sant’Agostino, nel Vangelo di S. Giovanni.
Tutti i credo religiosi si trovano d’accordo nel riconoscere il silenzio come mezzo per raggiungere la sfera del divino, ascoltarne il messaggio e goderne le dolcezze. Si tratta di un silenzio interiore, che è slegato da quello delle parole.
Essere in una condizione di silenzio interiore significa avere la capacità di ascoltarsi.
A questo proposito ti rimando ai post del blog dedicati alla pratica della Meditazione in cui occidente e oriente si incontrano non solo attraverso gli eremiti che scelgono il silenzio della natura per meditare e ricercare armonia tra sé, il mondo, e il divino, ma di come si porta la pratica nel quotidiano vivere.
La tradizione cristiana, di cui è intriso il nostro inconscio collettivo, unisce e fa coincidere spesso la pratica del silenzio con quella della preghiera. La vita nei monasteri, scandita dalla silenziosa preghiera, diventa luogo lontano dalla realtà caotica e rumorosa che permette una serena concentrazione e il poter instaurare un dialogo con Dio.
Dio stesso per i cristiani è silenzio che, trasformandosi in parola, si dona all’umanità.
Il silenzio e la Creatività
L’arte è creazione, comunicazione. Ancora una volta sembrerebbe un controsenso associare alla creatività artistica un concetto come quello di silenzio, ma non è così.
L’arte vive di silenzi.
Il silenzio è presente nella poesia: dietro le parole scritte stanno nascosti i pensieri del poeta.
La punteggiatura in uno scritto, contribuisce a portare il silenzio tra le parole.
Ma lo spazio, non è importante solo tra le parole, ad esempio, nella musica il suono è come un accidente che sorge all’improvviso da un fondo silenzioso per poi spegnersi e ritornarvi.
Nello spartito, le pause sono tracce visibili di quel silenzio sul quale poggia la musica: questi momenti sono altrettanto importanti di quelli coperti dai suoni in questo contribuiscono a veicolare determinati messaggi musicali, ritmo e velocità.
Il silenzio e la Comunicazione
Nonostante sembrino due entità contraddittorie, silenzio e linguaggio verbale, sono intimamente legate tra di loro, non fosse altro che per la constatazione che le parole di chi invia un Messaggio poggiano sul silenzio del Ricevente, o così dovrebbe essere in una comunicazione che si può definire funzionale e corretta.
Le parole non esisterebbero senza il silenzio che fa loro da sfondo… e il silenzio non esisterebbe senza che le parole ne rivelassero l’esistenza con la loro assenza… proprio come le ombre esistono poiché la luce le rivela.
Ad una buona comunicazione, al parlare “autentico” (per usare Heidegger) sono necessari tanto il silenzio quanto il linguaggio.
“Comunicare significa agire sugli altri modificando il loro spazio cognitivo tramite segni e indizi; significa consegnare alle persone elementi linguistici, perché ne interpretino il significato. E questo, oggi, è ancora più decisivo, perché la comunicazione si esprime nel dialogo con persone vere e non nel lancio di messaggi a un target immaginato”, scrive Chiara Gandolfi a proposito di copywriter e brand identity.
Concludo questo paragrafo ricordando come comunicai la mia gratitudine a tutti coloro che ho incontrato sul mio cammino di rinascita e hanno fatto sì che io iniziassi questa ennesima nuova avventura con il blog: Cominciamo Bene!
Lo “spazio” del silenzio
Il silenzio è uno stato interiore, ma anche ambientale, non riconosciuto come importante e d’altro canto come potrebbe essere così, visto che è nel silenzio che possiamo percepire cos’è veramente reale e cosa conta davvero per il nostro ben-essere e soprattutto dover ammettere che la nostra comfort zone, dopotutto, non è molto comfort!
E’ palese che in una società dove chi grida più forte e ha più voce in capitolo ottiene il dovuto; dove il fare è prioritario rispetto all’essere, agevolare, insegnare o educare al silenzio è un atto rivoluzionario concreto.
Da tutto ciò credo emerga con evidenza l’importanza del silenzio e la necessità di un suo recupero nella realtà attuale, dominata dal rumore, da un frastuono (spesso anche interiore), dalle parole vuote…
Dove il silenzio è spesso percepito come debolezza, passività, mentre è indice di grande profondità, attenzione, raccoglimento, tutte condizioni necessarie al parlare, nell’accezione più seria di questa parola.
R.Guardini scrive allarmato: “L’umanità di chi non tace mai, si dissolve.”
Alla fine di questo articolo spero sia stato chiaro perché reputo il silenzio come uno strumento di crescita relazionale e collego la sua prerogativa di creare spazi nuovi nei pensieri, nelle convinzioni e nei vissuti, al rappresentare il mezzo che si fa anche fine della trasformazione interiore.
Ma puoi approfondire l’argomento anche con gli articoli sulla meditazione, come in Meditare Parte Seconda
Nei prossimi post dedicherò l’importanza del silenzio alla relazione con il cliente o utente e alla pratica del Focusing, iscriviti con questo link e come ringraziamento riceverai anche due regali speciali, il mio Diario di Bordo in PDF e la possibilità di un incontro conoscitivo gratuito (Discovery) con me.
0 commenti
Trackback/Pingback